mercoledì 11 ottobre 2017

Agricoltura 5 Stelle Sicilia: versione integrale del programma.

Come è noto, essendo un Agronomo, (clicca per vedere il curriculum vitae)   mi occupo prevalentemente di agricoltura, ed essendomi candidato con il M5S, ho dato il mio contributo per la redazione del programma, ed in particolare della parte che vi allego.

Tra le cose più tecniche: la semplificazione con l'inserimento del consulente fitosanitario a fascicolo aziendale, l'ottimizzazione del SIAN, l'eliminazione dell'attuale iter burocratico per l'assegnazione del gasolio agricolo agevolato, l'introduzione della White list agricola, la borsa merci unica regionale, l'introduzione delle barriere non tariffarie ai prodotti agricoli esteri.


Ecco le nostre proposte:

1. Avvio di politiche volte a risolvere l’insufficiente reddito prodotto dalle aziende
agricole, nonché adozione di soluzioni relative alla difficoltà di commercializzazione dei
prodotti agro-alimentari siciliani . Le statistiche confermano che il comparto agricolo
siciliano non riesce a garantire un reddito adeguato agli operatori del settore. Per modificare
questo dato occorre agire secondo due direttrici, taglio dei costi ed incremento degli utili,
attraverso le seguenti misure:

a. istituzione del marchio di qualit à regionale con indicazione di origine “Qualità Sicura
Sicilia” al fine di assicurare la tracciabilità, certificazione, trasparenza e chiusura delle
varie filiere produttive agro-alimentari, attraverso la redazione di disciplinari a cura
dei produttori nel caso di prodot ti freschi e/o trasformati che non siano già
riconosciuti dall’attuale legislazione comunitaria e/o per prodotti che, per varie
motivazioni, non possiedono i requisiti dei disciplinari di qualità DOP, IGP, STG,
DOCG, DOC, IGT approvati (il Marchio QSS potrà comunque essere aggiunto, quale
marchio ombrello a quello comunitario sulla base del disciplinare riconosciuto DOP,
IGP, STG, DOCG, DOC, IGT );

b. attuazione di una strategia di marketing di prodotti locali certificati con il marchio
Qualità Sicilia Sicura” per rendere il prodotto siciliano più appetibile nel mercato
regionale ed extra-regionale. Alcuni esempi di come si concretizzerà la promozione
del marchio della Regione includono: un programma triennale di marketing approvato
dall’Assessore regionale dell’Agricoltura, azioni promo-pubblicitarie del marchio di
qualità promosse con mezzi finanziari stanziati e altre misure di sostegno promosse
dall’Assessore; campagne informative al consumatore; pubblicazione delle
informazioni contenute nel registro del marchio in un’apposita sezione del sito
istituzionale dell’Assessorato;

c. promozione della tracciabilità trasparente dei prodotti attraverso la creazione di una
piattaforma informatica, con relativa app , al fine di identificare le aree di coltivazione
e trasformazione degli alimenti prodotti in Sicilia in commercio. Ogni singola filiera
produttiva dovrà essere analizzata nelle proprie realtà e problematiche specifiche e
monitorata al fine di individuare, con il coinvolgimento degli attori principali e delle
risorse umane e tecniche a disposizione (imprese, rappresentanze, strumenti
operativi, società partecipate di riferimento, ecc.), la situazione in termini di specifiche
problematiche e soprattutto di qualità e quantità prodotta sia allo stato fresco sia
trasformato;

d. abbattimento dei costi di produzione mediante la rimodulazione dei bandi del PSR
destinati all’ammodernamento aziendale che rendano vantaggioso l’acquisto di beni
mobili ed immobili più sostenibili;

e. creazione della borsa merci unica regionale per fornire dati sempre aggiornati e
trasparenti attraverso un sito e una app appositi;

f. introduzione di barriere non tariffarie all’ingresso dei prodotti agricoli esteri contenenti
sostanze potenzialmente pericolose per la salute (micotossine e agrofarmaci),
nonché semplificazione delle procedure previste dagli attuali protocolli per l’export
soprattutto verso Paesi che impongono barriere fitosanitarie (Cina, Giappone, Stati
Uniti, ecc.);

g. potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare quella in
grado di valorizzare scarti di produzione e il progressivo abbandono dei carburanti
fossili (v. punto Energia);

h. agevolazione e incentivazione di accordi di filiera (art. 82 “Accordo delle filiere
agroalimentari”, della legge regionale n. 11/2010) con accordi quadro condivisi tra
l’Assessorato e le rappresentanze della filiera di riferimento in grado di stabilire
regole generali da applicare a singoli contratti privati stipulati solo tra imprese (senza
alcuna interferenza da parte delle rappresentanze ed istituzioni) in cui si stabiliscano
quantità e prezzi e modalità operative;

i. introduzione di vantaggi nei punteggi dei bandi per l’ammodernamento delle aziende
agricole per chi acquista macchine che utilizzano energia da fonti rinnovabili;

j. supporto istituzionale alla realizzazione di campagne di comunicazione al consumo
basate su tecniche di marketing territoriale e turismo Relazionale integrato, al fine di
stimolare una maggiore domanda di prodotti di qualità di provenienza siciliana, che
verranno legati anche al patrimonio ambientale, culturale, artistico, privilegiando
sistemi di distribuzione a corto raggio da un lato e che siano in grado di supportare le
imprese nei percorsi di internazionalizzazione dall’altro;

k. previsione di una fiscalità di vantaggio, nei limiti delle competenze regionali,
attraverso l’applicazione della legge n. 33/2009 per agevolazioni fiscali e
semplificazioni amministrative a favore delle aggregazioni consortili;

l. rivisitazione del credito agevolato, attraverso I ’ Istituto Regionale per gli Investimenti
unico, sia per quanto riguarda il credito di esercizio, sia per quanto riguarda le
anticipazioni per le aziende inserite nelle graduatorie relative ai bandi;

m. rilancio e riorganizzazione dei Mercati Ortofrutticoli ;

n. miglioramento della rete viaria e garanzia di infrastrutture più idonee al trasporto di
persone, mezzi e merci (v. punto Trasporti );

o. avvio di un’interlocuzione con lo Stato, ai fini dell’applicazione del principio di
Insularità ( già riconosciuta dal parlamento Europeo alla Sicilia ed alla Sardegna) per
ottenere compensazioni su condizioni svantaggiose, quali costi dell’energia e dei
trasporti;

2. avvio di politiche volte a risolvere le problematiche relative all’offerta insufficiente,
all'interno della nostra Regione, di alimenti provenienti da coltivazioni e allevamenti
siciliani e alla mancata chiusura delle filiere agro-alimentari. Le materie prime prodotte
e coltivate in Sicilia difficilmente vengono trasformate in prodotti finiti all’interno del territorio
della nostra Regione. Inoltre, la scarsa capacità aggregativa delle realtà produttive è un altro
fattore negativo che se superato, consentirebbe di raggiungere una maggiore competitività
sui mercati. Pertanto, si ritiene necessario, assicurare tracciabilità, certificazione,
trasparenza e chiusura delle varie filiere produttive agro-alimentari. Occorre sviluppare e
promuovere sinergia nel processo di programmazione, qualificazione e vendita dei prodotti
agricoli nella Regione Siciliana. Ciò si ottiene con:

a. promozione degli accordi di filiera per facilitare i rapporti commerciali e gli scambi sia
tra i settori agricoli e zootecnici, sia tra la ristorazione collettiva pubblica e
l'agro-industria;

b. utilizzo di prodotti biologici, tipici, tradizionali e di qualità nelle mense pubbliche
scolastiche ed ospedaliere della Regione siciliana e realizzazione di campagne
informative per cittadini al fine di stimolare una maggiore domanda di prodotti di
qualità, privilegiando sistemi di distribuzione a corto raggio;

c. approvazione di un piano di tutela e valorizzazione delle sementi antiche siciliane e
della biodiversità in generale per tutte le produzioni;

d. riorganizzazione del sistema degli Istituti e Consorzi di ricerca scientifica in
agricoltura, al fine di favorire gli investimenti nella ricerca maggiormente rispondenti
alle esigenze delle aziende e della strategia regionale ed il trasferimento delle
risultanze della ricerca al mondo imprenditoriale che necessita di innovazione sia di
prodotto che di processo ;

e. adozione di un piano regionale del Cibo;

f. analisi delle problematiche delle filiere (es. fitosanitarie, di mercato, di organizzazione
complessiva, ecc.) e delle singole potenzialità di riferimento, nonché trovare le
soluzioni più appropriate al rafforzamento della stessa;

g. avvio di decisi e opportuni solleciti nei confronti dello Stato e Istituzioni competenti, al
fine di prevedere per i trasformati (partendo da quanto già regolamentato per il latte
e i suoi derivati, pasta e riso) l’indicazione in etichetta, in maniera chiara, visibile,
facilmente leggibile e indelebile, il Paese di coltivazione delle produzioni e il Paese di
trasformazione o ri-lavorazione delle stesse;

h. sostegno, con azioni specifiche, degli strumenti a disposizione delle singole filiere, a
partire dai Consorzi di Tutela delle produzioni IGP, DOP, DOCG, DOC, IGT e
Biologiche, incentivando, altresì, azioni di connessione con gli altri strumenti di
riferimento della stessa filiera (quali Distretti, GAL, GAC, Reti, OP, ecc...), in modo da
incrementare il numero delle aziende certificate attraverso meccanismi incentivanti;

i. agevolazione, supporto e incentivazione, anche con forme di premialità nei punteggi
dei bandi PSR, di tutte le forme di aggregazione orizzontale e trasversale tra le
imprese (Reti, Cooperative, OP, Distretti, ecc...);

j. rilancio delle pratiche di aggregazione consortile;

k. implementazione della filiera corta, attraverso l’agevolazione della micro, piccola e
media impresa, affinché gli sia dia la possibilità di produrre e vendere i propri prodotti
tramite un processo di semplificazione burocratica, tenendo sempre sotto controllo la
tutela del consumatore, attraverso la realizzazione di disciplinari e la sopra citata
creazione di un marchio regionale di qualità. Vista l’enorme sofferenza del reparto
zootecnico questa norma serve a sostenere le micro, piccole e medie imprese, nel
rispetto dei contenuti dei Reg. CE 852/2004 e 853/2004, per la lavorazione e il
confezionamento di quantità limitate di prodotti zootecnici di propria produzione,
attraverso la vendita diretta, nell'ambito del territorio regionale e con particolare
riguardo alla salvaguardia delle norme sulla Sicurezza Alimentare;

3. avvio di azioni volte a risolvere l’inefficiente gestione del Piano di Sviluppo Rurale .
Nell’ambito della programmazione delle risorse FEASR, per il periodo 2014-2020, alla
Regione Siciliana sono state assegnate risorse pari a € 2.212.747.000, con un incremento di
oltre 27 milioni di euro rispetto alla dotazione iniziale del PSR Sicilia 2007-2013. Questo
dato, da cui partire per pianificare la programmazione del periodo 2014-2020, fa della Sicilia
la regione d’Italia a cui è stata assegnata la maggior dotazione finanziaria a livello nazionale.

Si propone:
a. ottimizzazione dell’uso delle risorse comunitarie per una gestione e utilizzo dei fondi
seria, efficiente e lungimirante. Solo così, le risorse potranno incentivare l'agricoltura
sostenibile e naturale, tenendo conto delle variegate realtà geografiche, produttive ed
imprenditoriali siciliane (v. punto Gestione Fondi Europei) ;

b. miglioramento della funzionalità del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN)
attraverso un maggiore coordinamento con lo Stato centrale, affinché la piattaforma
possa diventare più “user friendly” e contenga la minore presenza possibile di bug;

c. eliminazione progressiva di tutta la documentazione amministrativa in formato
cartaceo. Per la presentazione documentale verrà stipulata una convenzione tra i
Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) e l'assessorato agricoltura, per la ricezione
dei documenti digitali attraverso la piattaforma www.impresainungiorno.gov.it ;

d. promozione della semplificazione per tutte le autorizzazioni SIAN ed eliminazione
progressiva del mandato cartaceo;

e. ottimizzazione della gestione delle risorse del PSR e degli altri strumenti per
raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e aiutare giovani e imprese operanti in
condizioni svantaggiate;

f. valutazione dell’opportunità di attivazione di una agenzia siciliana per i pagamenti dei
contributi e dei finanziamenti in agricoltura, al fine di rendere più fluida e rapida la
gestione degli stessi;

g. elaborazione di un piano di comunicazione cartaceo e web sulla programmazione e
sulla specificità dei bandi al fine di rendere più efficace, fluido e democratico
l’accesso all’informazione da parte di aziende e tecnici;

h. eliminazione dell’attuale iter burocratico per l’assegnazione dei litri di gasolio agricolo
agevolato, sostituendo lo stesso con una elaborazione automatica da SIAN;

i. incentivazione (con importanti premialità sui punteggi nei bandi) della certificazione
volontaria delle imprese sui marchi di qualità e percorsi etici;

4. avvio di soluzioni rivolte all’inadeguato livello di formazione e di supporto tecnico
alle aziende . Fra le quali:

a. promozione di programmi di formazione seria e di supporto tecnico reale alle aziende
agricole in tutta la Regione su tematiche poste alla base della strategia regionale
(cooperazione, marketing, tecniche agronomiche, gestione dell’ambiente, utilizzo
fondi pubblici, utilizzo delle TIC, lingue straniere, ecc.) e introduzione del corso di
conduzione aziendale unico (omnicomprensivo di RSPP, primo soccorso,
fitosanitario etc);

b. inserimento del Consulente Fitosanitario a Fascicolo aziendale;

c. utilizzo ottimale delle risorse umane tecniche interne all’amministrazione, in
particolare modo degli Uffici Intercomunali Agricoltura - UIA - nell’attività di
divulgazione nei territori;

5. avvio di azioni volte a risolvere la mancata tutela e valorizzazione del settore
zootecnico. Fra le quali:

a. garanzia di controlli a tutte le aziende zootecniche siciliane;

b. sostegno per l'avviamento di giovani agricoltori e giovani imprese anche nel campo
zootecnico e della pesca;

c. istituzione di un pagamento compensativo per le zone agricole di natura 2000, le
zone montane, altre zone soggette a vincoli naturalistici e zone soggette a vincoli
specifici;

6. avvio di politiche volte al contrasto dell’emigrazione dalla Sicilia e abbandono terreni
agricoli . Secondo il rapporto Migrantes del 2016, la Sicilia è la regione con il maggior
numero di espatriati. Sono migliaia i siciliani, sempre più spesso giovani, che lasciano l’isola.
A questo problema se ne affianca un altro: l’abbandono dei terreni agricoli. Cosa fare:

a. a ttuazione de “La Banca della Terra” in Sicilia (concessione di terreni abbandonati o
in disuso in favore di imprenditori agricoli e giovani);

b. incremento delle politiche di diversificazione e potenziamento degli strumenti che
incentivino l’avvio delle attività, agricole e non, in aree rurali svantaggiate, specie in
quelle a rischio spopolamento;

c. creazione di centri di ricerca, studio e aggregazione, attraverso il recupero di
immobili in zone svantaggiate, specie se a rischio spopolamento;

7. adozione di politiche volte alla soluzione delle problematiche relative alle
insufficienti risorse idriche . Il presente problema è causato in primo luogo dalla gestione
delle risorse idriche. In secondo luogo dalle pessime condizione delle condutture e delle
dighe. L’insufficienza delle risorse idriche nell’Isola si ripercuote anche nel settore agricolo.
Per tali ragioni si propone:

a. riforma del sistema idrico integrato;

b. ristrutturazione e ampliamento delle reti idriche sottese ai grossi invasi;

c. previsione di incentivi economici alle aziende e imprese della filiera agricola che
adottano misure per un uso efficiente e sostenibile delle risorse idriche, come ad
esempio il risparmio idrico, il riutilizzo delle acque, ecc...

8. avvio di misure atte alla riforma, nonché efficientamento, dei Consorzi di bonifica ,
istituiti al fine di promuovere ed organizzare la bonifica come mezzo permanente di difesa,
conservazione, valorizzazione e tutela del suolo, tutela delle acque e salvaguardia
dell’ambiente. Le predette funzioni di interesse pubblico oggi sono snaturate dalla mancanza
di programmazione e dalla costante diminuzione dei trasferimenti regionali, che ha, pertanto,
generato lo stato di forte crisi in cui versano i Consorzi. In tale contesto le proposte del
Movimento 5 Stelle si possono così sintetizzare:

a. abolizione dell’art. 47, comma 11, della legge regionale n. 9/2015, laddove
subordina l’erogazione dei servizi consortili all’immediata regolarizzazione delle
morosità afferenti l’anno 2014 ed altre due annualità pregresse, e dove, inoltre,
prescrive una graduale decurtazione del contributo a carico della Regione Siciliana,
senza una reale programmazione. Dette disposizioni, infatti, hanno comportato una
paralisi delle attività di gestione e manutenzione degli impianti Consortili, e il rincaro
abnorme in capo agli agricoltori, fino al 422%, delle quote associative, oltre a esosi
canoni irrigui e scarsa puntualità nella somministrazione delle risorse idriche;

b. accorpamento degli 11 consorzi isolani in due strutture, Orientale ed Occidentale, al
fine di una concreta razionalizzazione delle spese e al rinnovo dei vertici attraverso le
elezioni con conseguente rimozione delle figure commissariali;

c. previsione, parallelamente all’applicazione della legge regionale n. 5/2014, del
riordino delle figure professionali presenti presso i consorzi al fine di creare degli
uffici territoriali siti nei comuni che svolgono attività di back e front office a sostegno
delle esigenze degli agricoltori, per tutti gli adempimenti connessi alle attività
agricole;

d. agevolazione, nel rispetto delle leggi in vigore, della soluzione di eventuali
controversie fra consorziati e consorzi attraverso l’attività conciliativa;

e. revisione delle concessioni d’uso delle dighe e dei bacini al fine di verificare se il
concessionario stia rispettando le condizioni contenute nell’accordo relative alla
funzionalità e alla sicurezza delle dighe e dei bacini di cui sopra;

f. attraverso l’uso dei fondi previsti nella programmazione ( Fondo di Sviluppo e
Coesione , patto del Sud e fondi nazionali già stanziati) pianificare, programmare ed
attuare gli interventi che rivestono preminente interesse generale per la sicurezza
territoriale e per lo sviluppo economico dei comprensori agricoli, e in particolare:
- efficientamento della rete idraulica, irrigua ed idrica, attraverso la manutenzione
ordinaria e straordinaria delle opere e degli impianti;
- manutenzione delle strade agricole;
- manutenzione delle dighe e dei canali di irrigazione e di scolo;

9. adozione di misure volte a risolvere l’insufficiente attenzione all’impatto ambientale
del comparto agricolo . L’agricoltura industriale si basa sulla coltivazione intensiva, tesa
alla massima produttività per unità di superficie. Si avvale di input energetici e chimici, tra cui
un elevato utilizzo di pesticidi, che hanno stravolto le tradizionali pratiche agrarie e
contribuito a determinare un grave impatto ambientale in Sicilia (inclusa la desertificazione
del suolo ed il dissesto idrogeologico). Inoltre, la biodiversità siciliana, le ricchezze agricole e
naturalistiche della nostra isola, sono messe a rischio dall'introduzione all'interno della
nostra Regione di organismi parassiti e/o patogeni alieni (le specie viventi animali, vegetali,
o funghi, batteri e virus) che, a causa dell'azione dell'uomo, si trovano ad abitare e
colonizzare un territorio diverso dalla loro area di origine. Come tutelare al meglio
l’ambiente:

a. limitazione dell’impiego di sostanze diserbanti chimiche in ambito agricolo;

b. incentivazione all’utilizzo del packaging compostabile per gli alimenti e per i mezzi
tecnici destinati alle produzioni agroalimentari (laddove surrogabili);

c. incremento della sostenibilità ambientale attraverso l’iniziale abbattimento di sprechi
di agrofarmaci ed il progressivo abbandono di formulate, sia di sintesi che di
estrazione naturale, che possano precludere la genuinità di un alimento;

d. inserimento del Consulente fitosanitario e applicazione del Piano d’Azione Nazionale
(PAN) e del disciplinare di lotta integrata obbligatoria, attraverso il rafforzamento dei
controlli;

e. spinta all’armonizzazione fitosanitaria, per l'utilizzo di alcuni principi attivi tra i diversi
Paesi EU;

f. interlocuzione con le Istituzioni competenti al fine di raggiungere l’armonizzazione in
materia di agrofarmaci;

g. approccio programmatico per la prevenzione del rischio idrogeologico;

h. reazione di un Osservatorio permanente a tutela della biodiversità in Sicilia;

i. introduzione di misure premiali per chi contrasta la desertificazione ed l’erosione del
suolo;

j. promozione di maggiori interconnessioni ecologiche delle aree naturali siciliane
protette con le aree agricole siciliane;

k. realizzazione di un piano di gestione forestale e azioni di tutela e incentivazione delle
foreste e della biodiversità;

l. applicazione dei principi dell’Economia Circolare;

m. recupero e riciclo virtuoso dei materiali di demolizione per la ristrutturazione di
viabilità rurale;

10. avvio di misure volte al contrasto della diffusione sempre maggiore di agromafie,
caporalato e contraffazione alimentare . Il “caporalato” è il fenomeno di intermediazione
illegale tra lavoratore e datore di lavoro. I caporali sono coloro che reclutano manodopera
per impiegarla presso terzi in condizioni di sfruttamento. Il fenomeno interessa
prevalentemente il settore agricolo, ma può registrarsi anche nell’edilizia. La repressione del
caporalato è fondamentale, ma non sufficiente a debellare il fenomeno. La Regione deve
attuare delle misure per promuovere una cultura contro il caporalato in ambito agricolo,
prendendo spunto dalle regioni italiane virtuose, come la Puglia. Cosa fare:

a. rilancio, attraverso una preventiva disamina puntuale della funzione di controllo, del
Corpo Forestale della Regione;

b. stipula di un protocollo di intesa, tra le istituzioni regionali e le organizzazioni
sindacali e di categorie delle imprese agricole, avente ad oggetto la gestione delle
liste di prenotazione in agricoltura al fine di favorire l'incrocio tra domanda e offerta di
lavoro in agricoltura e di snellire la gestione delle liste di prenotazione della Regione
Siciliana per combattere il lavoro nero nei campi e incentivare le assunzioni legali di
braccianti, stranieri e non;

c. approvazione di un disciplinare per un bollino etico, da associare al “Marchio Qualità
Sicura Sicilia”, che garantisca il rispetto di standard etici da parte di aziende agricole;

d. approvazione un Piano d'azione sperimentale per l'accoglienza dignitosa ed il lavoro
regolare dei lavoratori, migranti e non, in agricoltura, che preveda anche un sistema
di formazione specifica;

e. i ntroduzione di una White-list Agricola per eliminare la possibilità di presentazione
delle domande di aiuto su SIAN alle imprese agricole in odor di mafia;

f. sostegno a tutte le forme di agricoltura sociale in connessione alle attività
multifunzionale dell’impresa agricola e cooperazione.