domenica 31 luglio 2016

Ecco perché la #SULLA è la migliore scelta per la successione colturale:

La sulla, Sulla coronaria, è una pianta straordinaria.
Essa è una leguminose foraggera che spesso cresce spontanea in Sicilia, caratterizzata dai fiori color porpora che in primavera colorano le campagne siciliane.



I campi di sulla sono habitat naturali perfetti per la fauna, soprattutto entomologia, e deliziano diversi ruminanti (in primis gli ovini, tanto è vero che c'è il detto "comu na pecura nta sudda ").

Con la sulla si può pensare al pascolo, per via del ricaccio, o alla produzione di fieno, di miele o di granella.

I costi di gestione sono davvero irrisori, in quanto è consigliabile seminarla su sodo o con una minima lavorazione dello strato superficiale, spendendo non più di 150€ per ettaro, comprensivo di seme, e non richiede diserbi o concimazioni.
Costi che vanno dimezzati per via della caratteristica di specie biennale.
I ricavi si attestano mediamente attorno ai 500 - 600 euro per ettaro, garantendo un ricavo netto unitario di circa 400-500 €.

È una coltura green, che soddisfa i requisiti chiesti dalla UE per l'attribuzione del supplemento del greening.

Gli animali stanno meglio e le produzioni lattiero-casearie sono di maggiore qualità se il bestiame si nutre di sulla.

Vi consiglio di acquistarla presso l'azienda più specializzata in Italia sulla produzione e commercializzazione di Granella di sulla in guscio o sgusciata:

www.aziendaagricolamoscarelli.it

In foto un conto orientativo sulla situazione degli agricoltori in Sicilia che vedono pagato il proprio grano a 0.15 € al Kg.



Il prezzo che aveva quarant'anni fa quando "trecento lire" avevano un valore e quando il prezzo dei mezzi tecnici era irrisorio.

Eppure gli stessi agricoltori acquistano il pane e la pasta sempre allo stesso prezzo.

Eppure la regione non adotta nessuna politica per tentare un rialzo, intervenendo ad esempio sulle importazioni di duro estero che si potrebbero limitare facendo campionamenti e analisi seri su micotossine e glifosato presenti.

In tutto questo ancora mancano:

- una borsa merci unica siciliana gestita con serietà dall'ente pubblico;
- par condicio tra i nostri produttori e i produttori che importano;
- una legge regionale più stringente in materia di micotossine, con valori attualizzati a quelli dell'OMS;
- una legge regionale che imponga il divieto assoluto di ingresso materie prime contaminate da glifosato, così da bloccare canadesi e ucraini;
- la costituzione di una IGP Grano Duro Siciliano per cui si possa valorizzare il nostro prodotto a micotossine zero;

Ovviamente il problema è politico.
Il nostro assessore all'agricoltura è un impiegato INPS che pensa alla sua campagna elettorale piuttosto che ai problemi.
Prolunga i contatti ai Forestali, che poverini restano senza lavoro, ma si dimentica dei padri di famiglia che buttano sangue da un anno e non guadagnano niente con questi prezzi.
Prima di lui diversi avvocati completamente incompetenti, quasi quanto l'attuale che li supera, in materia.

Quando daremo l'agricoltura ad un agronomo o a uno del settore forse cominceremo a vedere un pò di luce.